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giovedì 22 settembre 2011

Insetti, ranocchi e serpenti: i gioielli di Delfina Delettrez

Delfina Delettrez Fendi o solo Delfina Delettrez come il nome del suo marchio di gioielli, figlia d'arte di Silvia Venturini Fendi e del gioielliere Bernard Delettrez, ha ereditato da loro una smodata passione per la moda e gli accessori, vissuta a cavallo fra la sua città natale Roma e Rio de Janeiro, a poco più di 20 anni, ha già alle spalle una formazione alla scuola elementare francese, il liceo americano, tre stage a Parigi da Chanel per l'haute couture, fino ad espletare la sua passione creativa, nel lancio, nel 2007 a Parigi, della sua prima collezione di gioielli, seguendo così le orme del padre.

Sempre nel 2007 apre il suo primo negozio di gioielli, in via del Governo Vecchio, a Roma, in compagnia degli ultimi artigiani rimasti, e lo arreda come fosse lo scrigno dei suoi gioielli, con mobili d'antiquariato, presi nei mercati di Roma, poltrone e lampade anni '50, scaffali e vetrine di una vecchia farmacia, con 185 cassettini, 185 come le creazioni che compongono la sua prima collezione. I suoi colori sono un mix, affondano nelle radici del suo marchio, con il nero, l'avorio e l'oro, a cui aggiunge i verdi assenzio e penicillina, tributo agli intrugli di erbe e alle droghe, venduti in quella vecchia farmacia, ora diventata un prezioso scrigno. Filo conduttore della sua collezione è il continuo oscillare fra il bene ed il male, la vita e la morte,quello che vuole è esorcizzare attraverso l'arte applicata, questo concetto che spesso fa paura.
"In fin dei conti, dice, gli insetti, le ranocchie e i serpenti, sono gli ingredienti essenziali delle ricette dei vecchi laboratori di alchimia e delle pozioni magiche delle streghe e delle befane che - prima di me - avevano scelto proprio il quartiere di Piazza Navona."